Il tuo bambino di 7 anni frequenta la seconda classe, ma è un po’ svogliato; in particolare, la lettura non gli piace proprio, evita sempre di leggere quello che la maestra gli dice di fare a casa.
Sia tu che il/la tuo/a partner non sapete come gestire questa cosa e avete tanti dubbi su come educare un bambino di 7 anni, tanto che vi sentite spesso in crisi per i suoi comportamenti.
All’età di 7 anni, il bambino ha generalmente acquisito la capacità di leggere e dovrebbe riuscire ad utilizzarla con testi semplici adatti alla sua età. Tuttavia, non tutti i bambini lo fanno: alcuni sono poco interessati, altri faticano ad utilizzare questa competenza, altri ancora possono avere dei disturbi.
Immagino che le domande che ti poni sono simili a queste: come posso sensibilizzare il mio bambino leggere con più interesse o, comunque, ad esercitare la lettura? È giusto che insista su questo o devo cecare di essere più permissivo? Se si rifiuta di farlo e fa i capricci come mi devo comportare?…
Suppongo che leggendo dei libri o degli articoli tu non abbia trovato delle indicazioni utili a capire come comportarti, a parte forse qualche suggerimento estremamente generico. È del tutto normale che un genitore si chieda come educare bambini di 7 anni quando arriva questa fase; se anche tu ti trovi in questa situazione, ti può essere molto utile leggere quello che ho scritto per te qui sotto.
Ora ti darò alcune indicazioni interessanti per permetterti di capire come rispondere alle domande che ti stai ponendo ora. Ti fornirò un’efficace strategia per imparare a relazionarti con il tuo bambino con una maggiore sicurezza in te stesso/a ed evitare alcuni errori molto frequenti tra i genitori, grazie alla quale capirai da solo volta per volta come comportarti.
1. Bambino di 7 anni: che cosa significa educare
Innanzitutto, ti suggerisco di dare un’occhiata alla mia breve Guida su “come educare un bambino”; è un primo passo per capire un aspetto fondamentale per un genitore, cioè il senso che intende dare all’educazione. È la prima cosa sulla quale invito a riflettere tutti i genitori e anche le coppie in attesa.
Se ti è sufficientemente chiaro come interpretare l’educazione di tuo figlio e anche tu ritieni utile pensarla come un aiuto allo sviluppo dei suoi talenti, ora puoi comprendere le ragioni delle strategie educative che ti suggerisco in questo articolo e soprattutto come applicarle con il tuo bambino di 7 anni per favorire nel miglior modo possibile la sua realizzazione personale. Ciò che ti propongo si ispira a questi principi:
– avere un punto di partenza: il tuo bambino, oggi;
– avere uno scopo: fare emergere i talenti di tuo figlio;
– saper applicare delle competenze pedagogiche di base, ovvero: esercitare una funzione educativa (o di “guida”); applicare correttamente le 3 fasi dell’educazione; dare al bambino gli stimoli corretti al suo sviluppo.
2. Il punto di partenza e di arrivo del tuo ruolo di genitore
Alla luce di quello che ho spiegato in modo dettagliato in questo articolo, il punto di partenza e il punto di arrivo per un genitore nell’educazione dei figli è rappresentato sempre e solo dal bambino stesso. La differenza tra i due punti riguarda, quindi, il bambino, che giorno dopo giorno è diverso da ciò che era prima.
Quando lo affianchi nel corso della trasformazione costante che si identifica nella crescita, assumi nei suoi confronti una funzione educativa di “guida”. Questo tipo di funzione, però, non è assimilabile ad un ruolo direttivo, in cui dire sistematicamente al bambino ciò che deve o non deve fare.
Una funzione educativa è più simile ad un’attività di scuola guida, in cui si insegna semplicemente a guidare un mezzo ma senza indicare la direzione da prendere.
È opportuno, quindi, che il modo di agire nei confronti di tuo figlio segua le 3 fasi dell’educazione: prima fai «per lui»; poi fai «con lui»; infine, quando è più sicuro, sei semplicemente presente mentre «lui fa».
Al fine di svolgere in modo adeguato questo ruolo di guida, lo scopo che puoi prefiggerti è di fare emergere tutte le potenzialità del bambino, aiutandolo a svilupparle nel miglior modo possibile.
Ora che hai un’idea più precisa degli elementi in gioco, ti farò vedere come utilizzare delle strategie adeguate a questo scopo con il tuo bambino di 7 anni.
3. Come dare al bambino gli stimoli di cui ha bisogno
Una strategia estremamente efficace per dare al bambino degli stimoli adeguati alla sua crescita è quella che prevede di muoversi attorno alla «zona di sviluppo prossimale» del bambino. Ora utilizzo un esempio molto intuitivo per aiutarti a comprendere bene questo principio elementare.
Di solito, di fronte ad un compito troppo difficile il bambino tende a sconfortarsi perché si vede inadatto a portarlo a compimento; se invece ne affronta uno troppo semplice si annoia, perché potrebbe fare molto di più; quando poi il compito è esattamente al suo livello di competenza, acquisisce sicurezza nelle proprie capacità ma non si abitua ad usarne di nuove.
La soluzione ottimale per favorire lo sviluppo del bambino è metterlo in una situazione leggermente più difficile rispetto a ciò che lui è in grado di fare (zona di sviluppo prossimale); ora ti spiego come metterla in pratica nella tua vita di tutti i giorni.
All’inizio, ho citato alcuni dei dubbi più frequenti in un genitore di un bambino di 7 anni, tra i quali c’era anche il problema di abituare il bambino ad avvicinarsi alla lettura con interesse e senza timore.
Ora intendo darti alcune competenze che possono esserti utili a personalizzare in modo più efficace il tipo di atteggiamento educativo che puoi tenere nei confronti del tuo bambino, in situazioni analoghe.
4. Come educare i bambini attraverso la zona di sviluppo prossimale
Si tratta di una situazione tipica e io la utilizzo solo a titolo di esempio, in modo da trasmetterti una strategia che ti può essere utile in ogni frangente. Vediamo, quindi, come riuscire ad accompagnare la crescita del bambino nell’impegno scolastico, attraverso la zona di sviluppo prossimale:
A) il compito è molto al di sopra delle sue capacità: quando a fronte di una ritrosia del bambino a leggere si pretende che lo faccia a tutti i costi, oppure gli si propongono delle letture troppo difficili per il suo livello di competenza, è inevitabile che lui si sconforti. Rischia, infatti, di vedersi poco abile e questo lo rende incerto; inoltre, comprende di non potersi affidare alla comprensione dell’adulto per trovare una soluzione alla propria difficoltà.
B) il compito è molto al di sotto delle sue capacità: è la situazione che si crea quando si permette al bambino di non leggere mai, né ciò che le insegnanti richiedono né tanto meno letture di piacere. In questo modo, il bambino è sotto-stimolato, cioè possiede delle abilità che però non usa in alcun modo.
C) il compito è esattamente al livello delle sue capacità: quando ci si preoccupo che il bambino legga esclusivamente ciò che la maestra richiede, è possibile che acquisisca un buon livello di lettura; tuttavia, ma non sarà stimolato a fare di quella nuova competenza, la lettura, altre cose rispetto ai compiti scolastici.
Chiediti ora come potresti fare per fornirgli degli stimoli «leggermente» superiori alle sue capacità. La soluzione è molto semplice; è sufficiente, infatti, accompagnare il bambino ad apprezzare la lettura, proponendogli di tanto in tanto dei libri appropriati alla sua età, dei piccoli racconti e delle letture stimolanti in base ai suoi interessi.
Inoltre, puoi leggerli con lui, ascoltandolo e/o leggendo un po’ per volta tu e lui. In questo modo, puoi capire molto bene tante cose, ad esempio qual è esattamente la difficoltà che incontra. Lo annoiano i testi che assegna la maestra? Puoi cercarne con lui degli altri più interessanti per lui. Preferisce giocare anziché leggere, perché è un bambino molto vivace? Bene, allora puoi condividere con lui una strategia affinché distribuisca meglio il tempo tra leggere e giocare. Ha qualche difficoltà a leggere e commette qualche errore?
D’accordo, allora può fare un po’ di esercizio insieme a te leggendo una cosa che sia di suo estremo interesse. Avvicinandoti a lui e alla sua difficoltà, puoi capire come rendere tuo figlio più sensibile alla lettura, la quale rappresenta una delle competenze più importanti per consentire la realizzazione personale di tuo figlio.
Oltre tutto, dando una certa attenzione al modo in cui il tuo bambino si avvicina alla lettura, ma anche allo studio in generale, si creano delle situazioni di dialogo molto naturali tra di voi, che possono rendere la comunicazione tra genitore e figlio molto più efficace di qualunque insegnamento frontale.