Capricci

Capricci bambini 2 anni: come gestirli

Le stai provando tutte ma il tuo bambino di 2 anni fa capricci continui (o la tua bambina), specialmente la sera per andare a dormire. Anche ieri, ad esempio, siete rimasti svegli fino a tardi perché lui non ne voleva sapere di chiudere gli occhi.

Vi siete anche impuntati, arrabbiandovi con lui, ma non c’è stato nulla da fare. Il piccolo ha pianto tanto perché non voleva dormire e ha preteso di stare ancora alzato insieme a voi a giocare per parecchio tempo. Alla fine eravate sfiniti e avete ceduto, ma non vi sentite soddisfatti; è lui a dettare i tempi.

Nel caso in cui questa sia la situazione che stai vivendo ora, ho alcune cose da dirti per aiutarti a gestire la situazione. Infatti ora ti parlerò dei capricci in bambini di 2 anni e vedremo anche di capire come accompagnarli a dormire.

  1. Capricci bambini 2 anni: com’è il bambino a questa età
  2. Come nascono i capricci di un bambino di 2 anni
  3. Come gestire i capricci di un bambino di 2 anni

1. Capricci bambini 2 anni: com’è il bambino a questa età

Mentre all’età di 1 anno può essere sufficiente dare al bambino qualche piccolo stimolo per calmarlo, i capricci a 2 anni sono un po’ più complessi da gestire. Ma appena ti avrò spiegato le ragioni, ne sarai probabilmente anche entusiasta e guarderai i capricci di tuo figlio con uno sguardo diverso. Perciò, non ti perdere d’animo e continua a leggere. Diamo innanzitutto uno sguardo alle cose che caratterizzano un bambino di 2 anni:

– La sua consapevolezza dell’ambiente che lo circonda è molto più sviluppata; infatti, conosce l’ubicazione degli oggetti di casa (pentole, scarpe, ecc.) e riesce ad accedervi.

– Osserva con un’attenzione particolare i comportamenti degli adulti e li studia accuratamente; imita piacevolmente ciò che fanno mamma e papà.

– Inizia ad esprimere una certa socialità; ad esempio gioca con gli altri bambini per brevi periodi, cosa che prima non accadeva.

– Tende a fare spesso dei giochi di ruolo, accompagnandoli con le parole; questi giochi possono diventare anche dei lunghi monologhi nei quali è totalmente assorbito.

– Si interroga moltissimo sulle cose, chiedendo continuamente “Cos’è?”. Lo fa anche dopo aver condotto mamma o papà verso un oggetto del quale non conosce il nome o la funzione.

– Ha una manualità sufficiente a sfogliare le pagine di un libro ad una ad una.

Queste cose sono molto importanti per capire il modo di pensare di un bambino di 2 anni e ora ti spiegherò il motivo, così da avvicinarti a delle possibili strategie per addormentarlo in modo più efficace.

2. Come nascono i capricci di un bambino di 2 anni

Leggendo le caratteristiche che ho delineato sopra, la prima cosa che dovrebbe balzarti agli occhi è l’enorme crescita cognitiva che ha avuto tuo figlio negli ultimi mesi.
Lui osserva tutto, te e l’ambiente in cui vivete. Non solo, lui imita ciò che fai e si interroga sui tuoi comportamenti, sugli oggetti che utilizzi e sulla loro funzione. In poche parole, si sta scatenando in lui una vorace curiosità verso tutto ciò che incontra.

Inoltre, il suo modo di comunicare è molto più accurato; inizia a usare le parole ma soprattutto si fa capire molto bene quando ne ha bisogno. Perciò non puoi più essere sbrigativo con lui nel concludere una discussione; hai la necessità di soddisfare la sua curiosità e, in molti casi, di contenerla.

Ad esempio lo devi tranquillizzare la sera, prima della nanna, quando è molto stanco ma al tempo stesso ancora eccitato. In quei momenti, lui fatica molto ad esprimere un buon autocontrollo, perciò bisogna sapere come aiutarlo a governare la situazione.
In sostanza, la mente del tuo bambino sta esprimendo un fortissimo sviluppo e lui sta prendendo consapevolezza della propria identità come non aveva ancora fatto prima. Questa è la ragione per la quale lo vedi spesso impuntarsi; in gergo, questa fase viene proprio definita «età dei no».

Immagino che in alcune situazioni il piccolo ti faccia andare fuori di testa, perché è molto deciso e vuole cercare di imporsi. Come potrai comprendere leggendo l’articolo che ho scritto appositamente sui no, c’è una strategia specifica per governare questa fase.
Sta acquisendo una maggiore sicurezza nel muoversi nell’ambiente e nel gestire le relazioni; perciò devi esserne orgoglioso/a. Quello su cui dovresti concentrarti ora è adottare delle strategie che ti consentano di governare gli eccessi del bambino in questo tipo di comportamenti. Te ne suggerisco subito alcune.

3. Come gestire i capricci di un bambino di 2 anni

In questa fase, i genitori percepiscono in vari momenti un certo disagio verso il bambino, perché il piccolo non sembra seguire le loro indicazioni con la facilità con cui lo faceva fino a poco tempo prima.

La ragione te l’ho spiegata e non ci torno; quello che però devi sapere è che la tendenza di molti genitori ad opporre continuamente un no ai no del bambino, ha il difetto di alimentare un circolo vizioso incontrollato. In alcuni casi, sono molto attenti alle punizioni da dare al bambino; ma ti assicuro che non ce n’è affatto bisogno.

Ad ogni modo, non ti sto dicendo che devi darle sempre vinte al bambino, anzi; quando è necessario vietare una cosa lo si fa. L’importante è non cadere nel tranello di alzare sempre la voce quando il bambino ti dice di no, ma trovare una soluzione per rompere questo meccanismo e orientare il bambino a una soluzione pacifica.

Il segreto per gestire i capricci lo trovi nelle cose che ti ho detto all’inizio. Per esempio, il bambino ti imita, quindi sarebbe sciocco non sfruttare questo aspetto per dargli l’esempio. Come si fa? Inizio a dirti come non si fa, perché è ciò che accade più di frequente.
Torno all’esempio della nanna.

Non è certamente possibile dire al bambino di andare a letto senza prepararlo adeguatamente. La sua età non gli permette di avere già una sufficiente autonomia emotiva e pratica per farlo. Perciò la sera è necessario dargli le cure e le attenzioni di cui ha inevitabilmente bisogno.

Detto questo, se la sera in casa ci sono abitualmente luci e rumori molto forti (tv accesa ad alto volume, ecc.), fino a tarda sera, è evidente che il bambino sarà più incline ad acquisire quel modello di comportamento. Inoltre si sentirà escluso da qualcosa di molto stimolante. Perciò vorrà stare in piedi davanti alla tv con te per tutta la sera, col volume alto e le grandi luci del soggiorno accese. Specialmente se non ha ricevuto molte attenzioni nell’essere messo a letto.

Qualora tu ti stia chiedendo se sia necessario spegnere tutte le luci di casa, la mia risposta è assolutamente no; è utile che il bambino si abitui ai ritmi della famiglia in cui vive. Quei ritmi, però, devono essere alla portata del bambino; perciò un buon compromesso utile a metterlo nelle condizioni migliori per prepararsi alla nanna è quello di mostrargli che la sua ora della nanna è anche un’ora in cui tutti in famiglia rallentano.

Naturalmente mi riferiscono al trend, cioè la vostra routine domestica; non certo alla serata con gli amici, in cui chiaramente gli schemi possono saltare. Nella quotidianità, il momento della nanna può essere enormemente agevolato creando un ambiente più tranquillo e conciliante. Le luci più grandi si abbassano e si prepara la cameretta insieme al bambino, mettendogli il pigiama e magari creando un momento speciale con lui.

Questo momento può essere dedicato al racconto di una favola o alla lettura di una storia da un libro. Così il bambino viene aiutato a staccare dal resto delle attività che svolgeva e a capire che quel momento precede la nanna. Costruendo un’esperienza calorosa e ravvicinata con mamma e/o papà, scarica da tensioni e priva di grandi stimoli, il bambino si rilassa più facilmente e accetta di dover andare a dormire con più serenità.

Se l’organizzazione del momento della nanna è chiara e ripetitiva, questo diventa un evento prevedibile per il bambino e perciò rassicurante. Alcuni bambini hanno più bisogno di altri di sentire la presenza del genitore; quando le luci si spengono può essere necessario rimanere un po’ di più al loro fianco, tenendoli per mano e parlando a voce bassa. Poi, mano a mano che il bambino si fa più autonomo, sarà sufficiente stare con lui pochi istanti.

Pierluigi

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