In estrema sintesi, per esperienza ho capito che ci sono tre aspetti essenziali per rendere la separazione meno traumatica per tutti, sia nell’immediato sia nel futuro più remoto. L’ho imparato osservando i genitori più abili che ho seguito, e lo esprimo in questo modo:
a) Aspettare prima di prendere decisioni definitive: una separazione ha effetti notevoli sul bambino, sia dal punto di vista emotivo che personale, relazionale e altro; ma ha anche grossi effetti sulla vita dei due partner. Per questa ragione, la cosa che ritengo più importante in assoluto consiste nel prendere le decisioni a mente fredda.
Infatti, quando si è in preda alle emozioni si agisce “di pancia”, e si tende a complicare la situazione anziché risolverla. Se una persona è giunta alla decisione di separarsi dal/la proprio/a partner, è importante che si sforzi il più possibile di riflettere bene sul modo in cui questo debba avvenire, in modo da segnare il meno possibile la serenità del bambino.
b) Condividere con l’altro/a prima di parlare al bambino: ho potuto affiancare diversi genitori nella fase di separazione; alcune volte è stato un percorso molto efficace, altre meno. Tutte le famiglie sono diverse. Ad ogni modo, ho sempre posto due condizioni alle coppie in separazione: devo poter parlare con entrambi i partner per tutto il periodo, anche separatamente se necessario; l’attenzione mia e loro deve essere costantemente centrata sul bambino.
La prima condizione è necessaria per far capire ai genitori che volenti o nolenti dovranno abituarsi a mantenere un contatto con l’altro/a partner, ed è meglio farlo in modo disteso; la coppia può finire, ma un figlio è per sempre. Un consulente pedagogico non può fare altro che tenere assieme i vari pezzi di una vita famigliare che va in frantumi; se accettasse di aiutare solo una parte farebbe il male di quella parte, dell’altra e, soprattutto, del loro figlio.
La seconda condizione è necessaria a far comprendere l’importanza di prendere le proprie decisioni in funzione dell’interesse superiore del bambino.
c) Trasmettere la massima vicinanza al bambino nei mesi a venire: un ultimo aspetto da considerare riguarda il modo in cui il bambino vive il disagio di un cambiamento nella propria vita famigliare. Questo disagio va accolto da parte dei genitori e va trasformato in qualcosa di tollerabile per lui.
Pertanto, sia il modo di comunicarglielo, sia la fase successiva vanno affrontati con delicatezza, facendo capire al bambino alcuni concetti fondamentali: che al centro dei propri pensieri c’è lui prima di ogni altra cosa; che l’affetto nei suoi confronti non cambia minimamente; che riceverà le stesse attenzioni di sempre (e magari anche qualcuna in più).
L’esperienza della separazione è piuttosto intensa per il bambino, specialmente se è molto piccolo; bisogna mettere in conto di affrontare dei momenti di crisi che prima non c’erano, come improvvisi momenti di sconsolatezza, difficoltà a prendere sonno o qualche disagio negli impegni scolastici.
I genitori che si preparano a gestire queste situazioni con un atteggiamento molto accogliente vanno incontro ad un numero molto più ridotto di disagi.