Ti sei chiesto tante volte come gestire i capricci dei bambini, ma non hai trovato ancora una soluzione. In alcuni casi, le intemperanze del bambino ti mettono in seria difficoltà e talvolta anche in imbarazzo, perché ti senti impotente di fronte a dei comportamenti eccessivi e tanto carichi di emozioni.
Hai forse anche provato a cercare qualche soluzione navigando in rete, ma i consigli che hai trovato non sono stati sufficienti a darti valide strategie da poter utilizzare nella tua vita reale.
Se questo è ciò che provi, allora penso di poterti essere di aiuto; di seguito, infatti, ti spiegherò alcuni aspetti sulla dinamica che genera dei capricci da parte dei bambini e poi ti indicherò 5 azioni essenziali da poter mettere in atto per ridurre notevolmente il ricorso ai capricci da parte di tuo figlio. Iniziamo subito.
Per comprendere come gestire i capricci dei bambini bisogna fare prima una riflessione. Da sempre, ciò che viene chiamato in modo sbrigativo un «capriccio» rappresenta in realtà un fenomeno molto più ampio. Per capirlo, è importante tenere a mente un fatto, ovvero che il bambino, specie se molto piccolo, non è in grado di usare il linguaggio e il pensiero con l’abilità dell’adulto, per riuscire a governare i propri momenti di crisi. Spesso l’unico modo che ha di agire, se cade nella disperazione, è di battere i piedi.
Nelle fasi di cambiamento più importanti, ad esempio a 2-3 anni con la famosa “età dei no” o nella preadolescenza, il suo bisogno di esprimere la propria identità è molto più forte che in altri momenti, e questo rende particolarmente intenso quel fenomeno che chiamiamo capriccio.
Non lo dico per giustificare il comportamento di un bambino che pretenda la soddisfazione immediata di un proprio desiderio; te ne parlo perché tu ti renda conto che dietro al comportamento c’è una causa, e quella causa va ricercata se si vuole risolvere il conflitto che agita il bambino. Te lo dico anche affinché tu sappia che in alcune fasi della vita, gli effetti di quei capricci possono essere più evidenti che in altri momenti; così puoi fartene una ragione.
Il capriccio, in sostanza, ha sempre un motivo e siamo noi adulti a doverlo individuare se vogliamo dare efficacia a qualunque nostro intervento educativo. È il gelato che gli è stato negato a renderlo così nervoso? Il gioco nuovo che vorrebbe? O forse dietro c’è una ragione più profonda, come il fatto di essere semplicemente stanco e stressato da mille impegni. Come sempre, in educazione serve porsi molte domande, e da lì partire per sperimentare la soluzione ad un problema.
Il capriccio è un comportamento, che noi adulti reputiamo disfunzionale rispetto alla situazione. Una volta compreso il motivo di quel particolare comportamento è possibile trovare una valida soluzione su come gestire i capricci dei bambini; se invece si omette sempre questo delicato passaggio e si tende a passare direttamente alla soluzione (un rimprovero, un castigo, magari un ceffone), forse si avrà la sensazione di avere il controllo sul bambino, ma si rischia di trascurare un problema, e fin di alimentarlo. Un po’ come mettere la polvere sotto il tappeto; prima o poi si accumula e bisogna fare un lavoro doppio per sistemare.
Pertanto, la prima cosa che ti suggerisco di fare di fronte ad un capriccio è riflettere sulla causa che può avere generato il comportamento inadeguato del bambino.
Inoltre, dato che ti ho spiegato che in alcune fasi dello sviluppo, il cambiamento che un bambino affronta lo induce a testare la propria identità in formazione, non dovrebbe esserti difficile comprendere quanto sia importante per lui esprimere se stesso.
In diverse circostanze, infatti, il capriccio può esprime proprio un bisogno di autodeterminazione e quindi non va visto con sprezzo, ma va governato. Non ti preoccupare, continuando a leggermi tornerò altre volte su questo e ti spiegherò anche come riconoscere e gestire certe situazioni specifiche. Ma torniamo a noi.
Se è vero che alle volte il capriccio può essere causato da motivi futili, altre volte può identificare il bisogno di esprimere la propria identità; pertanto, è opportuno trovare sempre il modo di distinguere tra le situazioni in cui dover contenere un capriccio e quelle in cui lasciare libero sfogo ad un rilevante bisogno del bambino. Come si fa? Ora ti indicherò alcune azioni da poter mettere in atto per poter comprendere in quale situazione ti trovi.
Quelle che trovi indicate di seguito sono alcune azioni fondamentali che ti consentono di contenere gli effetti di un capriccio e di far evolvere il bambino verso comportamenti più maturi. Io ti suggerisco di metterle in pratica sistematicamente se vuoi imparare come gestire i capricci dei bambini; perché oltre a darti via via una maggiore efficacia, questo ti aiuterà anche ad avvicinarti meglio ai bisogni che lui deve esprimere, e a distinguerli da un banale desiderio momentaneo.
Men che meno, usa le mani per punirlo; gli effetti sulla sua sicurezza personale e sulle sue opportunità di crescita e realizzazione sono pesantissimi. Diversi genitori sono convinti che alzando la voce riescono a farsi rispettare di più dal bambino, ma non è affatto vero. Con l’aggressività si alimenta nel bambino semplicemente la paura. Se per certi aspetti ci si può sentire gratificati vedendo il bambino ubbidire, in realtà la festa dura poco; la paura infatti inibisce nel bambino anche tanti altri comportamenti, di cui il genitore ha assoluto bisogno se vuole imparare a conoscere il proprio figlio e capire come aiutarlo in tante altre fasi successive della vita. In altri casi, invece, le maniere forti possono trasmettere al bambino persino la fragilità dell’adulto, poiché l’abitudine di urlare manifesta implicitamente l’assenza di una valida ragione dietro alla propria scelta, e questo il bambino lo comprende bene.
Ignorando il capriccio di un bambino non si fa altro che spostare il problema di qualche giorno. Inoltre, negare il problema è una strategia che rischia di creare un effetto boomerang le volte successive; ad esempio, se il bambino capisce che abbiamo timore di entrare su quel terreno e preferiamo evitare lo scontro, è probabile che se ne approfitti alzando la posta.
Se da un lato è opportuno prendere in considerazione un capriccio, dall’altro è importante non esagerare. Un bambino ha bisogno di conoscere i propri limiti e lo può fare solo attraverso il modo in cui l’adulto lo abitua a capire cosa può e cosa non può fare. Se questa azione educativa manca, il bambino cresce pensando di poter fare tutto ciò che vuole; ma prima o poi si scontrerà inevitabilmente contro un mondo fatto di regole e di limiti da rispettare e dovrà essere pronto.
Ricordati che la resilienza del bambino, cioè la sua capacità di fronteggiare le situazioni negative, si costruisce anche attraverso il modo in cui vengono governati i suoi capricci da parte dei genitori.
Il capriccio va affrontato e gli va dato il giusto peso; possibilmente, andrebbe affrontato con l’aiuto e in sinergia con il/la proprio/a partner. Ci sono due canali sui quali devi focalizzarti: quello razionale, cioè la spiegazione che dai al bambino quando gli vieti una cosa; quella emotiva, cioè l’accoglienza del suo disagio nel vedersi negata una cosa che desidera.
Cerca la causa del problema che genera il capriccio e verbalizzala al bambino; parlagli con un linguaggio semplice ma completo: anche se non capisce bene tutte le parole perché è ancora piccolo, comprenderà certamente che ciò che gli stai spiegando è una cosa importante.
Se le parole del bambino ti feriscono, non avere paura di dimostrarglielo, diglielo apertamente; questo lo aiuta a capire che le sue azioni hanno un effetto, non sono indolore. Naturalmente, se lui abusa di questo per farti sentire ancora più a disagio, fagli capire che l’effetto del suo comportamento è anche quello di non poter fare altre cose che in condizioni normali avrebbe fatto (giocare con te per un po’, uscire a fare una passeggiata, ecc.).
Devi cercare di rimanere solido di fronte alle urla di tuo figlio o ai suoi pianti per ottenere ciò che vuole. Peraltro, se lo abitui sin da piccolo con l’atteggiamento che ti sto indicando, vedrai che non ti scontrerai con alcun eccesso da parte sua. L’importante è che tu sia credibile quando gli parli; se tu hai paura o sei in dubbio su ciò che dici, lui lo capisce subito.
So che ti può sembrare difficile, ma ti voglio dare un consiglio. Per aumentare la fiducia in te stesso durante un momento di crisi del bambino, cerca di rimanere focalizzato sulla ragione per la quale gli neghi una cosa; cerca di spiegargliela in tutti i modi possibili per fargliela comprendere, anche se non ti ascolta. È importante che lui comprenda che reggi la situazione molto bene.
Come ultima cosa, ti suggerisco di non avere l’ansia di voler risolvere tutto subito; cerca piuttosto di piantare un seme giorno per giorno per far evolvere il tuo stile educativo con costanza. Il mestiere del genitore è analogo a quello del contadino: è un lungo lavoro di semina, non è un compito per il quale si può pretendere di essere gratificati immediatamente.
Se segui queste semplici indicazioni, sono sicuro che noterai presto importanti benefici. Qualora tu volessi saperne di più su come gestire situazioni educative complesse, puoi scaricare la mia breve Guida gratuita “I 10 errori più frequenti nel rapporto tra genitori e figli” e conseguire un profondo miglioramento nella qualità del rapporto con tuo figlio.
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