Un giorno, in un convegno una signora mi chiese: “Scusi, cos’è la pedagogia esattamente?” È molto frequente incontrare delle persone che lo chiedono. Quasi tutti ne hanno un’intuizione abbastanza simile, che segue il senso comune in base al quale questa disciplina si occuperebbe dell’educazione dei bambini.
La maggior parte delle persone, inoltre, si rende conto che essa ha molti aspetti in comune con altre discipline, come la psicologia, la sociologia ed altre ancora; però tanti non comprendono bene in cosa queste si differenzino esattamente tra loro.
Mi sono anche trovato in diverse circostanze a sentire persone prive di competenze pedagogiche spiegare che cos’è la pedagogia e cosa fa il pedagogista, rilevando come ciò crei molta confusione a chi avrebbe bisogno di fruire dei benefici di una professione tanto importante.
Mi sono reso conto che è utile per altri professionisti cercare di inserirsi su temi di carattere educativo, perché questo ambito rappresenta un’importante fetta di mercato e muove tanti interessi. Tuttavia, è un fenomeno pericoloso, perché oltre a creare confusione nelle persone, mette i professionisti incauti nella condizione di non governare questo genere di dinamiche.
È proprio a causa di questa consuetudine che oggi assistiamo ad una richiesta enorme di pedagogisti; perché l’evoluzione dei bisogni formativi ed educativi delle persone è rapidissima e trova solamente risposte parziali negli attuali servizi, se non fuorvianti.
Ora ti spiego cos’è la pedagogia e poi ti aiuterò a comprendere le ragioni per le quali molte persone percepiscono una certa confusione.
La pedagogia è la scienza della formazione umana, cioè si dedica ai processi formativi. Questi processi riguardano sia lo sviluppo umano, sia la sua educazione, vale a dire le azioni che favoriscono al meglio quello sviluppo. La pedagogia si dedica a tutte le fasce d’età, poiché la personalità umana si forma e si evolve costantemente, durante l’intero ciclo di vita.
Inoltre, la pedagogia si dedica alla formazione umana in tutti i contesti nei quali essa si realizza: la famiglia, la scuola, il lavoro, la formazione professionale, l’orientamento, i servizi alla persona, ecc.
Come ho detto prima, la pedagogia è una scienza, ma è una scienza particolare: non è una scienza esatta; non è una disciplina teoretica, cioè di sola riflessione sui fenomeni educativi; si tratta invece di una scienza che si esprime a diretto contatto con i fenomeni educativi. Questi fenomeni sono molto speciali, perché a differenza degli altri fenomeni della natura, sono sempre irripetibili.
Franco Blezza la definisce, una «scienza applicabile», cioè che mette insieme sistematicamente teoria e prassi: in pedagogia non c’è l’una senza l’altra, perché una teoria sull’educazione deve essere sempre e comunque coerente con la realtà dei fatti.
Quindi la pedagogia è una scienza che studia ed agisce; infatti, oltre a studiare il modo in cui i processi formativi appaiono, essa teorizza un modo per agire nei confronti di questi processi e rafforzarli.
In altre parole, la pedagogia si dedica ai processi della formazione umana per definire i modi necessari a favorirne il migliore sviluppo possibile.
Ciò inizia inevitabilmente dalla loro osservazione, cosa che in passato non sempre avveniva; infatti, più che di pedagogia, nel caso in cui si rifletta in astratto sui fenomeni educativi, si parla di un’altra disciplina, cioè di filosofia dell’educazione. Questo ha generato una confusione notevole, che è bene conoscere.
Benché sia una disciplina importante, la filosofia dell’educazione è una cosa diversa dalla pedagogia; per darti un’idea più precisa, è sufficiente pensare al ruolo che hanno la fisica teoria o la chimica teorica, rispettivamente per la fisica e la chimica.
Le riflessioni e le ricerche che conducono la fisica e la fisica teorica sono profondamente diverse, pur essendo entrambe importanti. Tra la pedagogia e la filosofia dell’educazione esiste la stessa relazione: un conto sono le riflessioni astratte, un’altra cosa è l’osservazione dei fenomeni reali.
Purtroppo, la pedagogia è stata confusa per moltissimi anni con la filosofia; questo non è avvenuto per caso, poiché c’era un profondo interesse a creare questa confusione. Infatti, i regimi totalitari del secolo scorso hanno creato questa semplificazione perché non avevano l’interesse a osservare e comprendere i fenomeni educativi. Il loro scopo era di imporli attraverso un preciso modello da replicare in tutti i settori della società: famiglia, scuola, lavoro e gli altri ambiti della vita.
Chi non lo accettava, non poteva insegnare, e men che meno promuovere modelli educativi differenti. Se voleva fare pedagogia, doveva andarsene in un luogo che lo consentisse. Questo è stato, ad esempio, il destino di Maria Montessori, la nostra pedagogista più illustre, che aveva una concezione del bambino che mal si coniugava con la visione del regime.
Quel tentativo di ridurre la pedagogia a filosofia ha lasciato strascichi importanti per decenni, tanto che perfino oggi non sono pochi i pedagogisti che si dilettano di filosofia dell’educazione sostenendo di fare pedagogia.
Tra i professionisti esiste un fenomeno che stenta a morire; molti si definiscono pedagogisti senza averne il titolo, e spesso discutono di educazione con l’approccio semplicistico di cui ti parlavo, applicando una propria personale “filosofia dell’educazione” a fatti educativi mai osservati da una prospettiva pedagogica.
La pedagogia non è solo una scienza, ma è anche una professione. Lo è storicamente, trattandosi di una professione antica come quella del medico ed altre figure.
Benché il nome «pedagogista» sia più recente ed impiegato dall’età moderna, già i Sofisti greci si dedicavano alla cura dell’educazione dei giovani, e avevano il proposito di farne dei cittadini in grado di vivere la politica. In epoche più recenti, il grande pedagogista J.M. Itard (foto) ha dato origine ad una prima strutturazione moderna della funzione pedagogica, rifiutando la diagnosi di ineducabilità su Victor, il bambino selvaggio, e costruendo un progetto educativo basato sull’osservazione del bambino.
A lui sono seguiti molti altri illustri pedagogisti, come Seguin, Decrloy, Claparede, Montessori, ecc. che hanno fatto la storia di questa antica professione.
Al giorno d’oggi, il pedagogista è la figura apicale nel settore dell’educazione e raccoglie l’eredità di queste esperienze per offrire alla società, intesa come gruppi di persone e singoli individui, il proprio contributi di studio e professionale.
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