«Gioco bambini», un binomio perfetto!
Ogni volta che ascolto la canzone per bambini Le tagliatelle di nonna Pina, non riesco a non pensare a quanta verità ci sia in quelle parole.
Penso ai nostri bambini, ai ritmi della società di oggi, a tutti gli impegni ai quali genitori e bambini devono soggiacere: lavoriamo tutti molto, quasi sempre entrambi i genitori; spesso lavoriamo lontano da casa, il tempo da dedicare a noi stessi e ai nostri figli è sempre troppo poco; i bambini devono essere gestiti in qualche modo, e quasi sempre si ricorre a vari espedienti: nonni, zii, vicini di casa, baby-sitter, doposcuola e molte altre attività (musica, nuoto, basket, calcio…o tutti insieme).
Il risultato è che spesso i bambini sono traghettati da un punto all’altro senza che abbiano un attimo di tempo per decomprimersi, per scaricarsi.
A quel punto, per loro non bastano nemmeno le tagliatelle di nonna Pina, la ricarcica per tirarsi su è sempre troppo poca rispetto agli impegni.
A te non sembra, l’impressione è che siano sempre pieni di energia; in realtà, molte volte sono frustrati e non hanno il controllo di loro stessi, per questo non sanno come potersi fermare.
Avendo tutta la giornata interamente riempita, non hanno più il tempo di annoiarsi; intendo dire un tempo non strutturato, nel quale poter dare libero sfogo alla propria creatività per ingannare il tempo.
Non è una cosa da poco: per molti bambini sarebbe estremamente importante poter rallentare, lasciarsi andare in un contesto più intimo, la propria casa, e giocare liberamente senza una finalità.
Tuttavia, “ il gioco sembra spesso una perdita di tempo prezioso che dovrebbe invece essere impiegato per imparare… Cosa accadrebbe se vi dicessimo che il gioco libero insegna ai bambini a essere meno ansiosi? Insegna loro la ‘resilienza’?“.
Così, Jessica Alexander e Iben Sandhal affrontano il tema del gioco nel loro bestseller Il metodo danese per crescere bambini felici ed essere genitori sereni.
Lo ritengono un tempo prezioso per il bambino, che aiuta a sviluppare molte abilità, sia sul piano dell’apprendimento che emozionale; la pressione dei genitori per organizzare le attività dei figli riduce notevolmente il tempo per giocare liberamente.
E’ ben più importante, a loro modo di vedere, valorizzare le esperienze del bambino in modo globale, in vari ambiti, piuttosto che concentrarsi esclusivamente sullo studio e sullo sport: socializzazione, coesione, democrazia e autostima sono le competenze altrattanto valide dell’istruzione, per far maturare in un bambino.
E come dare loro torto? Prova a pensare al tuo contesto di vita: il tuo lavoro, il tuo entourage di amicizie, il tuo partner…all’adulto che sei, insomma.
Quanto sono importanti la capacità di gestire le relazioni, di essere resilienti nei confronti delle frustrazioni o di non lasciarsi abbattere dalle difficoltà, per ottenere un certo successo nei propri impegni?
Spesso è fin più importante saper intessere relazioni che avere delle competenze tecniche: conosco un sacco di persone abili nel relazionarsi con gli altri, al punto da riuscire a scavalcare anche chi ha competenze più elevate in un certo settore.
Certe doti sono certamente innate; tuttavia, una buona padronanza di sè nelle relazioni interpersonali e nella gestione delle frustrazioni, la si può certamente sviluppare attraverso il gioco.
Non trascurare questo aspetto nella vita di tuo figlio o di tua figlia; valuta sempre il peso che il tempo libero ha nella loro vita e adoperati per garantire loro di poterne beneficiare sempre a sufficienza. E tu, ce la fai a trovare il tempo di far giocare il tuo bambino? Pensi che ne abbia bisogno?