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Bambino di 4 anni e capricci: come gestirli

Il tuo bambino di 4 anni (o bambina) ha appena deciso che vuole uscire a fare una passeggiata e fa i capricci perché tu non riesci a portarlo. Infatti, tu sei impegnato/a a concludere un lavoro importante e preferiresti continuare a farlo. Tuo figlio però comincia a piangere e a urlare che vuole andare al parco a giocare e non sai come gestirlo, quindi alla fine cedi e accetti.

Questa cosa succede molto spesso a casa, lui sta iniziando a decidere i tempi della famiglia come un tiranno e voi genitori siete in difficoltà nel porgli dei limiti.
Se così fosse, allora forse ti può essere utile continuare a leggere questo articolo, perché ti darà dei suggerimenti importanti su come gestire un bambino di 4 anni che fa i capricci. 

  1. Bambino 4 anni capricci: com’è il bambino a questa età
  2. Come nascono i capricci di un bambino di 4 anni
  3. Come gestire i capricci di un bambino di 4 anni

1. I capricci

Affinché tu possa comprendere cosa fare con i capricci di bambini di 4 anni, come prima cosa voglio spiegarti alcuni aspetti che contraddistinguono la fase di sviluppo attraversata dal bambino a questa età; in modo che tu possa focalizzarti prima di tutto sulle potenzialità del tuo bambino e capire come farne un punto di forza della tua strategia.

In particolare, devi sapere che le competenze di bambini di 4 anni si stanno evolvendo molto; infatti, il bambino:

– cerca di vestirsi da solo senza richiedere l’aiuto dei genitori; non è ancora perfettamente autonomo, ma gli piace provare a farlo per conto suo.

– il suo linguaggio è diventato molto più articolato rispetto a prima, lo utilizza abitualmente anche per fare giochi di parole.

– a tavola riesce a discutere senza necessariamente distrarsi dal mangiare.

– è in grado di esprimere a parole anche i propri sentimenti; per esempio, afferma di avere paura, di essere contento, ecc.

– la sua manualità è divenuta più precisa, tanto che riesce anche a copiare le lettere dell’alfabeto o a congiungere i puntini con una linea retta.

Come vedi le notevoli abilità che ha acquisito negli ultimi mesi si aggiungono a quanto già possedeva prima e rendono il tuo bambino inevitabilmente diverso da come lo vedevi fino a pochi mesi fa. Ora però sei curioso di capire cosa fare per gestire i suoi capricci, perciò ora ti spiegherò innanzitutto la loro origine, che parte proprio da qua.

2. Come nascono i capricci di un bambino di 4 anni

Le nuove abilità di cui ti parlavo mettono tuo figlio nella condizione di poter interagire con te ad un livello comunicativo più evoluto. Questo implica che per te è diverso il modo di discutere con lui; in alcuni casi, ad esempio, puoi anche sentirti in difficoltà.

Infatti, si rimane molto sorpresi quando i bambini usano dei paroloni o fanno dei discorsi più grandi di loro; nella nostra mente sono ancora dei “tatini”, quando in realtà stanno crescendo a vista d’occhio sotto tanti aspetti.

Oltre a questo, tuo figlio ti osserva e ti imita da molto tempo, quindi sa bene come prenderti; anche se a te sembra assorto nelle sue attività lui è molto sensibile ai tuoi comportamenti. Infine, il maggiore autocontrollo di cui dispone gli consente di perseguire un obiettivo o di realizzare un progetto in modo piuttosto efficace.

In alcuni casi, quell’obiettivo può essere testare come reagisci di fronte a delle provocazioni, per conoscere meglio se stesso e te; ma può anche essere semplicemente quello di rompere la monotonia di una giornata con qualcosa di più “frizzante”.
Per queste ragioni, se fino a questo momento il tuo bambino si è abituato ad una relazione nella quale è lui a dettare i tempi, adesso può addirittura cercare di forzare la cosa con maggiore vigore.

La domanda da porti, quindi, è la seguente: l’ho inavvertitamente abituato a questo tipo di rapporto? Se la risposta è affermativa e hai compreso che le punizioni non sono la risposta più efficace che tu possa adottare, allora ti può essere utile approfondire la strategia che ti propongo ora per gestire i suoi capricci a questa età.

3. Come gestire i capricci di un bambino di 4 anni

Leggendo alcuni libri o articoli sull’educazione, puoi notare che molti commentatori si soffermano continuamente sulla stessa cosa: dare regole, imporre dei ritmi, essere rigorosi nel farli rispettare, ecc. Benché sia utile e necessario fare una riflessione anche sulle regole, queste non sono per nulla sufficienti a risolvere il problema dei capricci.

Diciamo che sono uno dei lati della medaglia. Un contesto famigliare fatto di regole chiare e adeguate allo sviluppo del bambino (a che ora si dorme, quanto tv si guarda e quando, qual è il tono di voce da tenere, ecc.) è certamente utile a permettergli di prevedere gli eventi. Infatti, questo influisce sulla possibilità della sua mente ancora immatura di anticipare ciò che accadrà e, quindi, di imparare a tollerare meglio la frustrazione che ne consegue.

Invece, un contesto sregolato, fatto cioè di ritmi estremamente mutevoli, toglie al bambino la possibilità di anticipare gli eventi e lo rende più ansioso.

Pertanto, sul tema delle regole la tua attenzione deve essere centrata prima di tutto su questo “principio attivo” delle regole, cioè la loro capacità di anticipazione. Solo in un secondo momento ha senso che ti concentri su come fargli rispettare le regole.

Altrimenti, corri il rischio di irrigidirti troppo sulle regole (che comunque sono mutevoli perché seguono lo sviluppo del bambino), di trasformarti in un gendarme e di perderne il senso. Se non hai chiaro tu il senso di una regola, sarà difficile essere convincente nei confronti di un bambino di 4 anni o più.

Arrivo ora all’altro lato della medaglia, le emozioni. La leva è sempre quella, l’educazione alle emozioni; il bambino va educato a leggerle e comprenderle: le sue ma anche quelle degli altri. Se non è stato fatto, allora le abilità sociali di cui parlavo nelle fasi precedenti dello sviluppo innescano un circolo vizioso; uno degli effetti che si generano può essere proprio il bambino tiranno. Per cui ti consiglio di rivedere quel tipo di approccio per evitare di favorire nel bambino forme di manipolazione.

Detto questo, allora sì che i ritmi della vostra vita devono essere rispettati. Preferisco parlare più di ritmi che di regole, perché le regole sono una cosa asettica da applicare; un po’ come avviene con il Codice della strada. Invece, i ritmi hanno una componente affettivo-emozionale più evidente. Il bambino tiranno va educato alle emozioni, perché non le vive adeguatamente. Un modo utile per farlo e cercare di responsabilizzarlo sugli effetti delle sue azioni può essere questo:

– Il bambino ha appena deciso che vuole uscire a fare una passeggiata e fa i capricci perché tu non riesci a portarlo: digli che sei contento della sua proposta e che non vedi l’ora di poterlo fare; poi spiegagli che in quel momento non è possibile ma lo farai volentieri appena avrai finito il tuo lavoro.

– Lui continua a fare i capricci e si mette e urlare che vuole andare subito al parco: abbassati alla sua altezza e parlagli in modo ravvicinato, con calore; digli che sei sinceramente dispiaciuto di vederlo così angosciato, perché sai quanto ci tenga, e ti impegni a portarlo fuori il prima possibile. Ora spiegagli che il lavoro che stai facendo è molto importante e non puoi permetterti di interromperlo.

– Il tuo bambino non la smette di piangere e pretende ancora di uscire: se riesci ad abbracciarlo per consolarlo bene, altrimenti se lo rifiuta, stai ugualmente lì con lui, dai voce al suo disagio e aiutalo a reggere ciò che per lui è un peso insopportabile (“Lo so Alex che questa cosa ti fa stare molto male, ma vedrai che presto potremo uscire a divertirci assieme.”). Prima o poi lui si calmerà e si farà probabilmente abbracciare.

– Tu devi concludere il tuo lavoro importante: a quel punto, tu hai la necessità di concludere il tuo lavoro. Perciò spiega al bambino che hai perso del tempo e quindi finirai un po’ più tardi, in modo che comprenda che le sue azioni hanno sempre delle conseguenze. Può anche darsi che a seguito di quell’intoppo, si faccia troppo tardi per uscire; e forse nemmeno il giorno seguente ce la farete. Dillo al bambino, in modo che si prepari a dover reggere una frustrazione; questo gli servirà a capire ancora meglio l’effetto prodotto dal suo comportamento.

Se tu hai paura delle sue urla, le sue urla aumenteranno, perché il tuo bambino percepisce il disagio che provi, soprattutto se ti irrigidisci e ti fai minaccioso.
Qualora, invece, tu sia in grado di mantenere il controllo della situazione, il tuo bambino capirà di poter trovare in te un riferimento solido al quale aggrapparsi nei momenti difficili. Di conseguenza, non sentirà più la necessità di metterti alla prova o di attirare la tua attenzione con i capricci.

Pierluigi

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