In questa fase, i genitori percepiscono in vari momenti un certo disagio verso il bambino, perché il piccolo non sembra seguire le loro indicazioni con la facilità con cui lo faceva fino a poco tempo prima.
La ragione te l’ho spiegata e non ci torno; quello che però devi sapere è che la tendenza di molti genitori ad opporre continuamente un no ai no del bambino, ha il difetto di alimentare un circolo vizioso incontrollato. In alcuni casi, sono molto attenti alle punizioni da dare al bambino; ma ti assicuro che non ce n’è affatto bisogno.
Ad ogni modo, non ti sto dicendo che devi darle sempre vinte al bambino, anzi; quando è necessario vietare una cosa lo si fa. L’importante è non cadere nel tranello di alzare sempre la voce quando il bambino ti dice di no, ma trovare una soluzione per rompere questo meccanismo e orientare il bambino a una soluzione pacifica.
Il segreto per gestire i capricci lo trovi nelle cose che ti ho detto all’inizio. Per esempio, il bambino ti imita, quindi sarebbe sciocco non sfruttare questo aspetto per dargli l’esempio. Come si fa? Inizio a dirti come non si fa, perché è ciò che accade più di frequente.
Torno all’esempio della nanna.
Non è certamente possibile dire al bambino di andare a letto senza prepararlo adeguatamente. La sua età non gli permette di avere già una sufficiente autonomia emotiva e pratica per farlo. Perciò la sera è necessario dargli le cure e le attenzioni di cui ha inevitabilmente bisogno.
Detto questo, se la sera in casa ci sono abitualmente luci e rumori molto forti (tv accesa ad alto volume, ecc.), fino a tarda sera, è evidente che il bambino sarà più incline ad acquisire quel modello di comportamento. Inoltre si sentirà escluso da qualcosa di molto stimolante. Perciò vorrà stare in piedi davanti alla tv con te per tutta la sera, col volume alto e le grandi luci del soggiorno accese. Specialmente se non ha ricevuto molte attenzioni nell’essere messo a letto.
Qualora tu ti stia chiedendo se sia necessario spegnere tutte le luci di casa, la mia risposta è assolutamente no; è utile che il bambino si abitui ai ritmi della famiglia in cui vive. Quei ritmi, però, devono essere alla portata del bambino; perciò un buon compromesso utile a metterlo nelle condizioni migliori per prepararsi alla nanna è quello di mostrargli che la sua ora della nanna è anche un’ora in cui tutti in famiglia rallentano.
Naturalmente mi riferiscono al trend, cioè la vostra routine domestica; non certo alla serata con gli amici, in cui chiaramente gli schemi possono saltare. Nella quotidianità, il momento della nanna può essere enormemente agevolato creando un ambiente più tranquillo e conciliante. Le luci più grandi si abbassano e si prepara la cameretta insieme al bambino, mettendogli il pigiama e magari creando un momento speciale con lui.
Questo momento può essere dedicato al racconto di una favola o alla lettura di una storia da un libro. Così il bambino viene aiutato a staccare dal resto delle attività che svolgeva e a capire che quel momento precede la nanna. Costruendo un’esperienza calorosa e ravvicinata con mamma e/o papà, scarica da tensioni e priva di grandi stimoli, il bambino si rilassa più facilmente e accetta di dover andare a dormire con più serenità.
Se l’organizzazione del momento della nanna è chiara e ripetitiva, questo diventa un evento prevedibile per il bambino e perciò rassicurante. Alcuni bambini hanno più bisogno di altri di sentire la presenza del genitore; quando le luci si spengono può essere necessario rimanere un po’ di più al loro fianco, tenendoli per mano e parlando a voce bassa. Poi, mano a mano che il bambino si fa più autonomo, sarà sufficiente stare con lui pochi istanti.