“Mio figlio non vuole andare a scuola!” Questa mattina il tuo bambino di 6 anni si è alzato di cattivo umore e ha fatto i capricci perché non voleva andare a scuola. Gli hai spiegato che non è possibile stare a casa, perché la scuola è necessaria; gli hai anche detto che lì imparerà molte cose e coi suoi compagni si divertirà tanto.
Lui però si è impuntato e ha iniziato anche a piangere, urlando che non ci vuole andare. Avete perso un bel po’ di tempo per uscire da casa e avete anche fatto un po’ di ritardo a scuola. Lo hai lasciato sulla porta di scuola senza nemmeno salutarvi; se n’è andato in classe con il broncio perché non voleva lasciarti la mano e tu l’hai costretto ad entrare.
Attorno a questa età può capitare che il bambino possa avere delle giornate in cui non vuole andare a scuola; però può succedere che questi episodi siano piuttosto frequenti e questo può mettere un genitore in profonda difficoltà.
Immagino che sia questa la situazione che devi affrontare e stai cercando di capirne le ragioni: ha dei problemi con compagni o insegnanti? Ha delle difficoltà di apprendimento? Fatica a lasciare mamma e papà?
Una ragione dovrà pure esserci e tu stai cercando il modo per capirle, così da far superare al tuo bambino il suo disagio. Se le cose stanno così e i capricci bambini 6 anni ti mettono in difficoltà, allora ti invito a leggere alcuni suggerimenti che ho scritto per te.
All’età di 6 anni, generalmente i bambini iniziano la scuola dell’obbligo. Si tratta di un passaggio delicato che è molto importante comprendere prima di decidere quale strategia usare per fronteggiare i capricci del bambino.
Iniziamo a chiederci quali sono le caratteristiche di un bambino a questa età:
– La sua curiosità è notevole e si esprime attraverso richieste particolarmente complesse, che prima non esternava: ad esempio, si chiede da dove vengono i bambini, cosa c’è dopo la morte e altro ancora.
– Sa esporre le proprie esigenze in modo molto chiaro, ad esempio ciò che vuole fare o ciò che desidera.
– Negli spostamenti inizia a farsi più autonomo: ad esempio, è in grado di percorrere da solo qualche pezzo di strada (scendere le scale e andare dall’amico che abita vicino, o sa andare in edicola, ecc.
– È più consapevole della percezione dei sentimenti propri e altrui: per esempio, durante un gioco se l’altro perde, lui sa che è triste per questo; può anche cercare di consolarlo.
– È molto più determinato di prima nel perseguire un proprio obiettivo, come realizzare un lavoro: si lascia stimolare facilmente ad intraprendere una nuova attività, specie insieme ad altri bambini.
– Nei giochi si dimostra molto attratto dalle strategie: ad esempio gli piace giocare ad attività di inseguimento, di difesa (guardie e ladri, ecc.).
In sostanza, l’evoluzione di questi ultimi mesi ha permesso al tuo bambino di divenire molto più abile sotto molti aspetti. La sua curiosità ora può essere soddisfatta con stimoli adeguati, che il gruppo dei pari può valorizzare ancor di più.
Il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria è molto delicato; lo è per due ordini di ragioni che ora ti indico.
Per prima cosa, come hai potuto vedere, il tuo bambino ha avuto uno sviluppo molto rapido negli ultimi tempi. Comprende cose che prima non lo colpivano minimamente.
In secondo luogo, l’ambiente della scuola dell’infanzia è profondamente diverso da quello della primaria. Solo per farti un esempio, all’infanzia i bambini sono liberi di muoversi liberamente nell’aula; ci sono dei materiali che vengono messi a loro disposizione dalle insegnanti, sulla base della programmazione stabilita, ma il modo di usufruirne è piuttosto elastico. Nel senso che si seguono molto bene la curiosità del bambino e i suoi ritmi.
Alla primaria, invece, il bambino è generalmente seduto al proprio banco. Già questo implica un cambiamento notevole, perché implica che la sua attenzione viene costretta a seguire l’insegnante per l’intero periodo di permanenza in classe; ad eccezione di ricreazione, ginnastica, progetti vari, ecc.
Inoltre, le attività proposte ai bambini seguono una strutturazione più rigida, che dipende dai programmi scolastici. In prima elementare si inizia a leggere e scrivere, e questo richiede ovviamente un certo impegno e molto tempo da dedicare. Lo stesso avviene per le altre competenze previste.
In aggiunta a questo, la didattica si avvale dei libri di testo; quando invece nella scuola dell’infanzia il bambino non viene approcciato al libro in questo modo.
Ora prova a pensare alla difficoltà che prova un bambino nel passare da un ambiente libero e spensierato ad un ambiente strutturato.
Probabilmente si sentono fragili di fronte al cambiamento; magari temono di non essere all’altezza dei compiti che devono affrontare. È normale pensare che ad alcuni bambini, o anche a tutti almeno in qualche fase, questa situazione crei una certa tensione.
In alcuni momenti, questa tensione può renderli piuttosto intrattabili, o anche semplicemente ansiosi. Ti starai chiedendo come poterti comportare; ora te lo spiego.
Si può gestire una cosa che si comprende; perciò la prima cosa che dovresti fare è comprendere le ragioni per le quali si manifesta quel fenomeno in tuo figlio, in quel particolare momento.
– Osserva in quali circostanze fa i capricci: succede tutti i giorni? Siete all’inizio dell’anno? Capita prevalentemente in un giorno? Questi elementi sono molto importanti perché ti permettono di capire quale possa essere la causa del problema. Se fa i capricci solo il lunedì mattina, forse puoi ipotizzare che abbia solo un po’ di ansia ad entrare in quell’ambiente, ma che poi viene superata nel corso della settimana. Se siete a inizio anno, è certamente normale un po’ di ansia; a casa va sostenuto e compreso più del solito.
– Parla con gli insegnanti: loro ti sono certamente molto utili a vedere l’altra faccia della luna. Tu non ci sei a scuola, non sai come sta andando il bambino e qual è l’ambiente che sta frequentando. Lo conosci solo dai suoi racconti, che forse sono anche pochi. Puoi scoprire delle cose importanti: ad esempio, può avere delle difficoltà a stare concentrato, forse hanno rilevato alcune difficoltà di apprendimento; forse fatica a seguire le regole; magari non riesce ad inserirsi con i bambini.
Ora che hai degli elementi in più, puoi gestire il bambino con maggiore efficacia. Se il problema è il lunedì puoi agire in questo modo:
– Domenica sera anticipi il problema: prima di prepararsi per dormire puoi fermarti a parlare col tuo bambino. Gli spieghi che hai capito che il lunedì è un momento molto difficile per lui. Ma hai anche osservato che poi si dimostra molto forte, perché riesce a trovare la forza per continuare la settimana in modo più sereno. Vi fermate alcuni minuti a parlare, in modo che lui possa buttare fuori il peso che lo accompagna quando potete parlare con calma. Finito di discutere, lo prepari per la nanna e magari leggete una storia assieme; eventualmente ti fermi un po’ di più con lui con la luce chiusa, in modo che ti senta più vicino del solito.
– È lunedì e si rientra a scuola, il bambino non vuole andarci: abituandolo a fare il punto la sera prima, vedrai che un lunedì dopo l’altro acquisirà molta più sicurezza ed un maggiore autocontrollo. Ti sarà sempre meno difficile sostenere il suo disagio; anche perché sarà sempre meno opprimente per lui. Ad ogni modo, puoi alzarlo alcuni minuti prima per poter gestire quella situazione con la dovuta calma.
– Lui si mette comunque a piangere perché è sconsolato: lo puoi abbracciare per aiutarlo a contenere quel disagio e gli puoi proporre di trovare assieme un modo di rendere il lunedì più piacevole. Potete pensare, ad esempio, di fare qualcosa di speciale al rientro da scuola, prima di fare i compiti: una bella passeggiata, una corsa in bici, andare alla pasticceria vicino casa per comprare un dolcetto, a salutare i nonni. In questo modo, avrà un obiettivo stimolante per tutta la mattina e gli servirà nei momenti più difficili. Il lunedì seguente, quello stimolo sarà divenuto un pensiero fisso che gli permetterà di farsi forte anche senza un grande bisogno di aiuto da parte tua.
Nella mia breve Guida troverai delle altre indicazioni utili su come intervenire con i capricci del tuo bambino.
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