Esercitare il ruolo dei genitori non è mai semplice, e lo è ancor meno in un momento delicato come la fase di dissoluzione della coppia. Quando una coppia con figli sta entrando in crisi e si è deciso di lasciarsi, la sola cosa da fare è pensare a come dire a un figlio che i genitori si separano.
Non è una cosa banale, e spesso viene lasciata al caso, magari agendo di getto con modi poco rispettosi della sensibilità di un bambino. A me ora preme offrire a ogni genitore un semplice orientamento su come creare meno problemi possibile in una situazione che già di per sé è estremamente difficile. Andiamo per ordine.
1. La separazione dei genitori
La separazione tra genitori è una cosa buona o una cosa brutta?
La risposta è molto semplice: né l’una né l’altra, la separazione è qualcosa che può succedere. Buono o brutto, semmai, è semplicemente il modo in cui la si gestisce, e da questo dipende il proprio futuro e quello dei propri figli.
Ogni coppia ha la sua evoluzione, alcune sono fatte per resistere alle sfide della vita assieme, altre non sono destinate ad esserlo. Questo non significa necessariamente odiarsi per il resto della propria vita; men che meno spingere il proprio figlio ad odiare l’altro genitore.
La vita di coppia è comunque un’esperienza che rende le persone più mature, anche se poi quella stessa esperienza le porta a comprendere che serve scegliere una strada diversa. Tanto più i genitori riescono a farsene una ragione, tanto meno incontreranno serie difficoltà nel resto delle loro interazioni per la gestione dei figli.
Infatti, quello che si tende a trascurare quando si butta fuori tutto l’astio per ciò che quella coppia sarebbe dovuta essere, ma non è stata, è che il figlio è per sempre. Questo implica che per parecchi anni, quella coppia di genitori sarà inevitabilmente chiamata a condividere, volente o nolente, tutte le scelte sul proprio figlio.
2. Il bambino durante e dopo la separazione dei genitori
Una volta compreso che la famiglia che rappresentava il suo punto di riferimento subirà una notevole trasformazione, il bambino ne soffre indubbiamente molto.
La cosa che lo fa soffrire di più è probabilmente il fatto di cogliere alcune criticità prima ancora che siano i genitori a parlargliene.
Purtroppo non c’è una soluzione a questo problema; i genitori sono esseri umani e prima i prendere una decisione come quella di allontanarsi, hanno bisogno di tempo per metabolizzare la scelta. Perciò è normale che il bambino capti molti aspetti di quella fase di crisi.
La prima cosa infatti che è importante considerare quando c’è della notevole ruggine con il/la proprio/a partner è proprio la serenità del bambino. Più lui è sereno, meno complicato sarà fargli capire che qualcosa nella sua vita sta per cambiare.
Naturalmente questo richiede un’enorme capacità di autocontrollo nell’adulto, da parte di entrambi; così come di senso di responsabilità. Perché è vero che ogni coppia ha una storia a sé; ed è vero che chiunque sentirà di essere sempre dalla parte del giusto. Purtroppo però, in molti casi ci sono delle piccole responsabilità da parte di entrambi, ed è questo che dovrebbe spingere ciascuno a capire quanto sia importante saper dividere i due piani delle interazioni con la massima razionalità: quello della coppia partneriale e quello della coppia genitoriale.
Veniamo ora a come fare per condividere un approccio efficace nella gestione del bambino in fase di separazione.
3. Le tre cosa da fare per capire come dire a un figlio che i genitori si separano
In estrema sintesi, per esperienza ho capito che ci sono tre aspetti essenziali per rendere la separazione meno traumatica per tutti, sia nell’immediato sia nel futuro più remoto. L’ho imparato osservando i genitori più abili che ho seguito, e lo esprimo in questo modo:
a) Aspettare prima di prendere decisioni definitive: una separazione ha effetti notevoli sul bambino, sia dal punto di vista emotivo che personale, relazionale e altro; ma ha anche grossi effetti sulla vita dei due partner. Per questa ragione, la cosa che ritengo più importante in assoluto consiste nel prendere le decisioni a mente fredda.
Infatti, quando si è in preda alle emozioni si agisce “di pancia”, e si tende a complicare la situazione anziché risolverla. Se una persona è giunta alla decisione di separarsi dal/la proprio/a partner, è importante che si sforzi il più possibile di riflettere bene sul modo in cui questo debba avvenire, in modo da segnare il meno possibile la serenità del bambino.
b) Condividere con l’altro/a prima di parlare al bambino: ho potuto affiancare diversi genitori nella fase di separazione; alcune volte è stato un percorso molto efficace, altre meno. Tutte le famiglie sono diverse. Ad ogni modo, ho sempre posto due condizioni alle coppie in separazione: devo poter parlare con entrambi i partner per tutto il periodo, anche separatamente se necessario; l’attenzione mia e loro deve essere costantemente centrata sul bambino.
La prima condizione è necessaria per far capire ai genitori che volenti o nolenti dovranno abituarsi a mantenere un contatto con l’altro/a partner, ed è meglio farlo in modo disteso; la coppia può finire, ma un figlio è per sempre. Un consulente pedagogico non può fare altro che tenere assieme i vari pezzi di una vita famigliare che va in frantumi; se accettasse di aiutare solo una parte farebbe il male di quella parte, dell’altra e, soprattutto, del loro figlio.
La seconda condizione è necessaria a far comprendere l’importanza di prendere le proprie decisioni in funzione dell’interesse superiore del bambino.
c) Trasmettere la massima vicinanza al bambino nei mesi a venire: un ultimo aspetto da considerare riguarda il modo in cui il bambino vive il disagio di un cambiamento nella propria vita famigliare. Questo disagio va accolto da parte dei genitori e va trasformato in qualcosa di tollerabile per lui.
Pertanto, sia il modo di comunicarglielo, sia la fase successiva vanno affrontati con delicatezza, facendo capire al bambino alcuni concetti fondamentali: che al centro dei propri pensieri c’è lui prima di ogni altra cosa; che l’affetto nei suoi confronti non cambia minimamente; che riceverà le stesse attenzioni di sempre (e magari anche qualcuna in più).
L’esperienza della separazione è piuttosto intensa per il bambino, specialmente se è molto piccolo; bisogna mettere in conto di affrontare dei momenti di crisi che prima non c’erano, come improvvisi momenti di sconsolatezza, difficoltà a prendere sonno o qualche disagio negli impegni scolastici.
I genitori che si preparano a gestire queste situazioni con un atteggiamento molto accogliente vanno incontro ad un numero molto più ridotto di disagi.