Learning

Come educare i figli allo studio

Di tanto in tanto, noti in tuo figlio qualche problema con lo studio. Ti sembra che sia svogliato e alcune volte pensi che potrebbe avere delle difficoltà di apprendimento. Perciò vorresti capire come educare tuo figlio allo studio, in modo che raggiunga un rendimento scolastico più elevato e soddisfacente.

Hai provato a chiedere consiglio a qualcuno e a fare delle ricerche in rete, ma i suggerimenti che hai ottenuto sono molto generici e superflui. Quindi avresti bisogno di capire come poterlo aiutare in modo semplice ed efficace.

Voglio rassicurarti subito sulle capacità di tuo figlio, dato che il rendimento scolastico è legato solo in parte alle sue abilità; infatti, buona parte del rendimento può dipendere da come a tuo figlio viene insegnato ad apprendere, aspetto che nella scuola viene sottovalutato parecchio.

Lo so che sembra paradossale, ma l’aspetto più importante sul quale dovrebbe concentrarsi la scuola, cioè la costruzione di un metodo di studio personalizzato, in base alle caratteristiche del singolo studente, è quello che riceve minori attenzioni.

Di conseguenza, l’aiuto più grande che tu possa dare a tuo figlio per ottenere dei migliori risultati scolastici non è tanto di insegnargli al posto dei suoi docenti, quanto di educarlo allo studio.

Pertanto, se il tuo bisogno è capire come educare i figli allo studio, credo sia utile che continui a leggere questo post, con il quale ti spiegherò alcuni semplici accorgimenti per migliorare in modo significativo le sue opportunità di apprendimento.

  1. Stimolare la curiosità del bambino e capire come educare i figli allo studio
  2. Come far sentire il bambino efficace nello studio
  3. Come affiancare il bambino nello studio dalla giusta distanza

1. Stimolare la curiosità del bambino e capire come educare i figli allo studio

L’apprendimento è una cosa naturale; tra i vari paradossi della scuola, ce n’è uno che mi sorprende più di ogni altro. Anziché motivare allo studio, cioè ad una cosa che è del tutto naturale per ogni essere umano (è impossibile non imparare), in tantissimi casi gli studenti imparano ad odiare lo studio.

L’odio verso lo studio è la cosa più abominevole che si possa suscitare in una persona, perché uccide la sua motivazione ad apprendere; di conseguenza, riduce in modo significativo le opportunità di crescita e di realizzazione personale che un individuo potrebbe cogliere nel corso della propria esistenza.

Tu che sei un genitore attento ai bisogni di tuo figlio, puoi aiutarlo a far crescere la propria motivazione ad apprendere, stimolando la sua curiosità ogni volta che riesci: quando uscite a fare una passeggiata e raccogliete delle foglie per fare qualche lavoretto, quando state viaggiando in auto e fate qualche gioco di parole, quando guardate fuori dal finestrino del treno ed osservate i paesaggi.

Oltre a questo, c’è un elemento che ti suggerisco di coltivare sin da subito con tuo figlio, cioè avvicinarlo alla lettura già quando è molto piccolo.
Detto questo, per educare devi essere consapevole delle caratteristiche dell’apprendimento, devi essere sereno nel tuo modo di agire verso il bambino, e sentirti efficace nel tuo ruolo di genitore.

Perciò, l’aiuto che intendo darti ora riguarda proprio questi tre elementi; infatti ti spiegherò dei principi educativi essenziali da sfruttare nell’aiuto a tuo figlio, in modo da sentirti più a tuo agio di fronte ai suoi impegni di studio.

2. Come far sentire il bambino efficace nello studio

Grazie al principio della zona di sviluppo prossimale, puoi creare le condizioni affinché tuo figlio viva lo studio con maggiore serenità e possa accrescere il senso di efficacia. Ora ti mostrerò come fare.

Come prima cosa, quando tuo figlio deve affrontare un compito che abitualmente gli appare molto difficile, puoi abbassare la difficoltà ad un livello tale da rendergli facilissimo lo svolgimento. Per esempio, di fronte ad un riassunto potresti scomporre il compito in piccole parti, ciascuna delle quali possa essere rievocata dal bambino con semplicità.

Lo stesso si potrebbe fare con un problema di matematica, per esempio scomponendolo in tappe progressive che conducano al risultato.
Quando il bambino acquisisce sufficiente dimestichezza nell’affrontare il compito con gradualità, impara a percepirsi molto efficace; questo crea in lui una forte motivazione ad impegnarsi ed apprendere, riducendo il timore e l’ansia della prestazione.

Successivamente, puoi alzare un pochino l’asticella e rendergli il compito un po’ più difficile. Lui probabilmente avrà preso così tanta sicurezza che riuscirà a raggiungere piano piano un livello ben più alto di quello che hai proposto tu. Questo è un ottimo segnale, perché significa che hai messo in moto la sua motivazione ad apprendere.

3. Come affiancare il bambino nello studio dalla giusta distanza

L’educazione si compone di tre fasi, le quali consentono di accompagnare un bambino lungo il corso della crescita nel modo più adeguato possibile ai suoi bisogni e ai suoi tempi.

Questo principio si applica naturalmente anche allo studio, verso il quale tu puoi porti con le modalità di cui ti ho parlato poco fa, seguendo queste fasi:

– tu fai «per» lui: nel caso in cui abbia bisogno di te per comprendere meglio un argomento che non ha capito, tu lo affianchi per aiutarlo a superare l’ostacolo. Probabilmente ti sostituirai a lui in qualche fase dello studio, per mostrargli come risolvere il problema o apprendere un argomento.

– tu fai «con» lui: quando tuo figlio si sta facendo più autonomo e ti dimostra di riuscire a gestire da solo una parte dell’impegno di studio, allora tu fai un passo indietro e lasci che sia lui a condurre l’attività; finché naturalmente non incontra una difficoltà eccessiva. A quel punto, gli mostri nuovamente come fare, sostituendoti a lui per un breve istante.

– osservi mentre «lui fa»: quando il bambino ha imparato a gestire ogni aspetto dello studio o del problema da affrontare, non c’è bisogno che tu faccia altro se non vigilare affinché svolga correttamente l’esercizio.

Queste fasi permettono di accompagnare progressivamente un bambino nel suo percorso di studio, mettendolo in condizione di sperimentare delle strategie e potersi appoggiare a chi riesce a renderlo più solido, fino al momento in cui può muoversi del tutto con le proprie gambe.

Pierluigi

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