Hai l’impressione che tuo/a figlio/a adolescente non abbia una sufficiente indipendenza emotiva per potersi affacciare alla vita adulta con adeguata solidità.
Più osservi il modo in cui si propone nei confronti dello studio e degli altri impegni della sua vita, e più ti senti in dubbio sulla sua capacità di poter trovare una collocazione lavorativa quando avrà terminato gli studi.
Quando, però, ti confronti con altri genitori, capisci che le tue perplessità sono condivise anche dagli altri e ti rendi conto che forse tuo/a figlio/a è sulla stessa barca di tanti altri suoi coetanei; perciò ti senti un po’ rincuorato.
Tuttavia, vorresti capire come aiutarlo a maturare delle competenze ulteriori rispetto agli apprendimenti scolastici, affinché sia in grado di scegliere come proseguire la sua vita nel modo migliore al termine della scuola.
Quando tu eri ragazzo/a hai attraversato una fase molto simile, ma poi sei riuscito/a a farti una vita e vorresti che fosse così anche per i tuoi figli. Sai, però, che il mondo del lavoro è sempre più competitivo, e si ha la sensazione che sia più difficile trovare un’occupazione rispetto a vent’anni fa.
La domanda che ti stai ponendo è: quali competenze personali deve riuscire a maturare mio/a figlio/a per riuscire a sfruttare le abilità di cui dispone e potersi rendere indipendente dalla sua famiglia?
Di fronte a questo, io intendo darti delle indicazioni precise in merito a quali sono queste competenze; ma soprattutto ti fornisco una strategia per fare in modo che lui/lei riesca a sfruttare quelle competenze al meglio delle proprie capacità.
Come prima cosa, devi ricordare che il tema delle competenze si colloca in una cornice più ampia che coinvolge anche altri due aspetti: le conoscenze (i saperi) e le abilità (il saper usare i saperi).
Quando una persona possiede sufficienti conoscenze (il sapere), è in grado di applicarle a situazioni concrete (il saper usare i saperi) e riesce anche a generalizzare l’uso di quei saperi e quelle abilità nella vita di tutti i giorni (personale, scolastica, lavorativa, sportiva, ecc.), allora quella persona può dirsi competente.
Ti faccio un esempio molto elementare. Se hai studiato il teorema di Pitagora, sai che se costruisci dei quadrati sui tre lati di un triangolo rettangolo, la somma delle aree di quelli costruiti sui cateti e uguale all’area di quello costruito sull’ipotenusa. Tu possiedi una conoscenza.
Se ti trovi di fronte ad un problema di matematica sul triangolo rettangolo e devi calcolare l’ipotenusa, sai che devi applicare il teorema di Pitagora. In questo caso hai sviluppato un’abilità.
Se nella tua vita di tutti i giorni, mentre costruisci un pannello a forma di triangolo, sai di poter fare riferimento al teorema di Pitagora, allora ha sviluppato una certa competenza in quella materia.
L’esempio che ti ho fatto non riguarda solo la matematica e le altre materie scolastiche; è un concetto molto più generale e riguarda ogni sorta di abilità che una persona metta in gioco nelle sue interazioni con l’ambiente in cui vive.
Quell’ambiente è fatto di oggetti, persone, animali, concetti, arti, relazioni, ecc. In ognuna di queste cose, entrano in gioco tutte le abilità di cui una persona dispone. Perciò, detto in parole molto semplici, più una persona è in grado di padroneggiare l’uso di certe conoscenze ed abilità per risolvere i problemi della propria vita quotidiana, più competente può ritenersi.
Le competenze si sviluppano dal momento in cui si nasce e lo si fa in tutti i contesti della vita: a casa e in famiglia, a scuola, al parco, con gli amici, nello sport ed altro.
Esiste un contesto formale in cui le conoscenze e le abilità vengono coltivate, ed è la scuola. Ma la scuola non si dedica esclusivamente ai temi di cui ai programmi scolastici; infatti, il piano dell’offerta formativa delle scuole contempla molte altre attività (gite, visite guidate, teatro, ecc.).
Tutte quelle attività hanno lo scopo di ampliare le opportunità di uno studente nel cercare le proprie attitudini, in modo da rendersi sempre più competente per affrontare la vita adulta.
Oltre alla scuola, anche lo sport ha un ruolo cruciale nello sviluppo delle competenze. Non mi riferisco solo a quelle motorie e tecniche che riguardano una certa disciplina; intendo soprattutto le altre competenze: vivere la relazione con il gruppo, sapersi attenere alle disposizioni di un’autorità, imparare a soffrire per raggiungere il risultato, sapersi sacrificare per la squadra e altro.
Tutte queste cose hanno un valore nella vita adulta pari e fin superiore a tante competenze tecniche. Infatti, ci sono dei bravissimi tecnici che non sanno collaborare con i colleghi; quindi la loro competenza tecniche tende a rimanere isolata anziché contaminare ed arricchirsi reciprocamente con le competenze altrui.
Tutte le esperienze che permettono a bambini e ragazzi di sperimentare le proprie abilità sono un aiuto prezioso per aiutarli a maturare delle competenze che nella vita saranno indispensabili, affinché possano raggiungere importanti risultati in termini di realizzazione personale.
A questo punto, immagino che avrai un certo interesse a capire quali tra le tante possibili competenze, sono particolarmente utili a tuo figlio, perché si renda sempre più autonomo ed indipendente da te.
La prima distinzione che bisogna fare riguarda l’ambito delle soft skills (o life skills) e quello delle hard skills. Le hard skills rappresentano le competenze tecniche e professionali; si tratta, quindi, delle competenze che ciascuno sviluppa in base al proprio percorso di formazione e aggiornamento professionale.
Accanto a queste, ne esistono altre che sono propedeutiche affinché le hard skills possano essere esercitate al meglio delle potenzialità; si tratta delle soft skills, cioè di quelle che potremmo chiamare competenze personali: saper pianificare in autonomia, essere flessibile ed avere fiducia in se stessi, ecc.
A questo riguardo, esistono due importanti documenti che trattano il tema delle competenze personali: uno è stato prodotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1994 e l’altro è frutto di un lavoro dell’Unione Europea nel 2018.
L’OMS ha indicato tre aree che contraddistinguono le seguenti competenze personali:
– Area delle competenze emotive: consapevolezza di sè, gestione delle emozioni, gestione dello stress
– Area delle competenze relazionali: empatia, comunicazione efficace, relazioni efficaci
– Area delle competenze cognitive: risolvere i problemi, prendere decisioni, pensiero critico, pensiero creativo.
Come vedi, al di là del fatto di saper progettare perfettamente dei ponti, di costruire un eccellente impianto elettrico o di preparare i dolci più buoni del pianeta, le possibilità di realizzazione di una persona dipendono anche da altre caratteristiche.
Sono in grado di prendere delle decisioni o mi perdo in un bicchier d’acqua anche dove sono molto capace? Sono in grado di risolvere un problema in modo efficace o per risolverlo ne creo altri cinque? Mi relaziono agli altri in modo adeguato o pretendo che mi aiutino in ogni frangente, o magari non ammetto che mettano il naso nelle cose che faccio io?
Domande come queste sono essenziali per capire il livello di competenza di cui si dispone, perché aiutano a capire quale lavoro di miglioramento poter fare su se stessi al fine di ottenere risultati migliori dalle proprie attività (lavorative, sportive, famigliari, ecc.).
In anni più recenti, l’UE ha definito le 8 competenze chiave per l’apprendimento permanente al giorno d’oggi, il cui scopo è dare un orientamento che permetta di aiutare le persone ad aumentare il livello di padronanza nelle competenze di base.
– Competenza alfabetica funzionale: riguarda la capacità di usare il linguaggio scritto e orale, per comunicare con gli altri e relazionarsi in modo efficace.
– Competenza multilinguistica: riguarda la capacità di usare adeguatamente lingue diverse dalla propria, per comunicare con gli altri in modo efficace.
– Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologia e ingegneria: riguarda la capacità di una persona a risolvere i problemi e a sapersi spiegare il mondo che la circonda.
– Competenza digitale: riguarda la capacità di usare le tecnologie digitali allo scopo di per apprendere, di lavorare e di partecipare alla società.
– Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare: riguarda la capacità di lavorare con gli altri in maniera costruttiva e di conseguire gli apprendimenti necessari a arricchire la propria carriera.
– Competenza in materia di cittadinanza: riguarda la capacità di partecipare alla vita civica e sociale, conseguendo anche tutti i benefici che ciò comporta.
– Competenza imprenditoriale: riguarda fondamentalmente la capacità di saper sfruttare idee e cogliere opportunità, da trasformare in azioni per la propria crescita professionale.
– Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali: riguarda la capacità di capire, di sviluppare e di esprimere le proprie idee, attraverso le diverse forme culturali.
Ora che conosci le competenze di cui sarebbe opportuno che tuo figlio entrasse in possesso per affacciarsi al mondo adulto con le migliori opportunità di realizzazione, voglio suggerirti il meccanismo più efficace per fargli mettere in moto queste competenze in modo ottimale e poter maturare una buona indipendenza emotiva.
L’indipendenza è la condizione più ambita da una persona e viene percepita in modo tanto forte nella preadolescenza e nell’adolescenza. Tuttavia, per essere adeguatamente indipendente, una persona ha bisogno prima di tutto di sentirsi sicura di sé e possedere, quindi, un forte senso di autocontrollo.
L’autocontrollo matura nei primi anni di vita ed è tanto più solido quanto più al bambino è stata trasmessa la sicurezza di cui ha bisogno. Perciò, una cosa che aiuta tuo figlio a sentirsi maggiormente sicuro di sé, anche da adolescente, è sapere di poter ritornare da te per ricevere conforto quando ha paura, anziché temere di essere deriso, giudicato o punito.
Inoltre, per sentirsi emotivamente indipendente una persona ha anche la necessità di potersi confrontare da una posizione privilegiata con il mondo che la accoglie; questo vantaggio le deriva dal possesso di abilità e dalla capacità di usarle con competenza.
Ecco perché la scuola, lo sport, gli amici e tutti gli altri terreni di confronto rappresentano delle esperienze formative indispensabili per prendere fiducia nei propri mezzi.
Infine, aver maturato un buon autocontrollo consente al ragazzo di sciogliere facilmente le tensioni che nascono di fronte ai conflitti, e di conseguire uno sviluppo più armonico della propria personalità.
In conclusione, la sinergia tra questi elementi è il fattore che rende un adolescente più consapevole dei propri mezzi e delle proprie abilità; quindi più capace di costruirsi le condizioni ideali per rendersi indipendente.
Essere indipendenti non significa poter fare tutto da soli, vuol dire poter decidere autonomamente e sapere di cosa e di chi si ha bisogno per conseguire un preciso risultato. Per farlo, serve conoscersi e saper valutare con obiettività i propri punti di forza e le proprie debolezze.
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