Apprendere, conoscere e sapere sono termini usati spesso in modo intercambiabile. Ma il conoscere e i saperi sono davvero sinonimi di apprendimento?
Le persone che mi scrivono per chiedermi dei suggerimenti su come affrontare le difficoltà di apprendimento dei loro figli, fanno spesso un po’ di confusione tra questi concetti. A dire il vero, anche i tecnici del settore spesso hanno le idee poco chiare sulla differenza tra di loro; infatti non è insolito che alcuni si concentrino prevalentemente (e in modo anche poco adeguato) sull’apprendimento senza pensarlo in prospettiva più ampia; ciò in stretta relazione con la conoscenza e il sapere.
Io invece voglio spiegarti una volta per tutte la differenza tra i sinonimi di apprendere e soprattutto come lavorare su ciascuno di essi in modo che tuo figlio possa raggiungere la maggiore realizzazione personale possibile, anche attraverso il tuo ruolo genitoriale.
Iniziamo!
Apprendere è un processo fondamentale per lo sviluppo cognitivo e comportamentale della persona. Ma che cos’è esattamente? In parole semplici, l’apprendimento può essere definito come quel processo in base al quale avviene l’acquisizione delle informazioni.
Si tratta del primo utilizzo che la mente fa delle informazioni ottenute attraverso i sensi; in sostanza, quando vediamo, sentiamo o percepiamo in qualche modo delle informazioni dall’ambiente, esse vengono mantenute attive dalla memoria per essere elaborate dalla mente.
Infatti, secondo le teorie cognitiviste, l’apprendimento è il risultato di una serie di processi mentali che coinvolgono attenzione, percezione, memoria e, più in generale, il pensiero e la motivazione.
Quest’ultimo aspetto è il più importante di tutti per favorire dei buoni apprendimenti, poiché al di là delle capacità di un individuo, il vero motore dell’apprendimento e della crescita è la motivazione a rendersi protagonisti di un cambiamento. Nel mio libro Genitori Senza Paura lo approfondisco molto bene.
Un altro filone cognitivista approfondisce il fatto che l’apprendimento avviene attraverso l’esperienza, nel senso che la qualità dell’apprendimento è influenzata dalle proprie conoscenze pregresse. A parte i comportamenti innati, il resto non si apprende mai dal nulla, ma sempre a partire da ciò che già si conosce.
So che ti potrà sembrare strano quello che sto per dirti, ma non-apprendere è una cosa molto difficile. Mi spiego meglio. Naturalmente alcune persone sono particolarmente predisposte ad apprendere, nel senso che riesco a raggiungere obiettivi di apprendimento più velocemente e con meno sforzo di altri. Non è molto diverso dalla corsa: c’è chi è più dotato e chi meno.
Al di là della predisposizione personale, qualunque individuo è naturalmente orientato ad apprendere; anche a fronte di gravi lesioni. Un vecchio adagio della pedagogia dice che chiunque può imparare qualunque cosa, purché gli venga dato il tempo per farlo.
Sebbene questo sia un principio che ogni specialista dell’apprendimento dovrebbe seguire mentre sviluppa dei trattamenti abilitativi o riabilitativi, sappiamo tutti che alcuni disturbi possono ridurre notevolmente le opportunità di apprendimento di un individuo. In sostanza è ciò che avviene in bambini con difficoltà di apprendimento quali:
– Dislessia, disgrafia, discalculia
– Disprassia
– Iperattività
– Disturbo dell’attenzione
– Altro genere di disturbi (linguaggio, ecc.)
In queste situazioni una persona trova alcuni ostacoli nell’apprendimento, che possono essere affrontati e superati mediante specifici interventi.
Ora che abbiamo capito come vengono processate le informazioni e quali ostacoli si possono incontrare, cerchiamo di approfondire gli altri sinonimi di apprendere.
Il concetto di conoscere e quello di apprendere spesso vengono utilizzati come sinonimi, ma in realtà hanno significati leggermente diversi.
Come abbiamo visto, apprendere significa acquisire nuove conoscenze o competenze. L’apprendimento è quindi un processo attivo di acquisizione di nuove informazioni e abilità. Ad esempio, un bambino può apprendere a leggere, un adulto può apprendere una nuova tecnica di lavoro, o un appassionato di auto può apprendere il funzionamento di un nuovo motore. In altre parole, apprendere implica l’acquisizione di nuove conoscenze o abilità che non si avevano precedentemente.
Conoscere invece significa possedere già delle informazioni su qualcosa. La conoscenza può essere arricchita, cosa che avviene attraverso l’esperienza diretta e l’osservazione, ma anche tramite altri canali, tra cui la lettura o l’ascolto. Ad esempio, si può conoscere la storia di un luogo, di un personaggio o di un principio di fisica. In altre parole, conoscere implica una sorta di familiarità con un argomento già appreso in passato.
Apparentemente può sembrare un dettaglio da poco, in realtà ci sono differenze significative tra i due. In sostanza, conoscere implica di avere già una conoscenza preesistente, mentre apprendere consiste nell’acquisizione di conoscenze o competenze. La conoscenza è sostanzialmente il punto di partenza per l’apprendimento (a partire dai comportamenti innati), ma è attraverso l’apprendimento che si acquisiscono nuove conoscenze.
Ad esempio, in un efficace approccio didattico la personalizzazione del metodo di studio deve avvenire in modo utile a favorire lo scambio tra apprendimento e conoscenza.
Questa differenza inoltre influisce sul modo in cui si valuta l’acquisizione di conoscenze o competenze. In estrema sintesi, si può dire che mentre la conoscenza può essere valutata in base alla quantità e alla qualità delle informazioni già acquisite, l’apprendimento è valutato in base alla capacità di acquisire nuove informazioni o competenze e di applicarle in situazioni diverse.
Arriviamo all’ultimo dei più diffusi sinonimi di apprendere, il sapere. Il sapere e il conoscere sono due concetti strettamente correlati, ma allo stesso tempo distinti tra di loro.
Il conoscere si riferisce alla capacità di riconoscere, identificare e comprendere oggetti, persone, eventi, situazioni e così via. In altre parole, è l’atto mentale con cui si integrano nuove informazioni e vecchie conoscenze attraverso i sensi e il pensiero, e con cui l’individuo si costruisce un’immagine mentale del mondo.
In generale, il sapere si riferisce alla conoscenza acquisita attraverso lo studio, l’esperienza e la riflessione. In altre parole, il sapere è un insieme di informazioni e competenze che una persona possiede e che le consentono di comprendere il mondo e agire in esso.
Una differenza importante tra sapere e conoscere è che, sotto certi aspetti, il primo implica un grado di consapevolezza e di riflessione maggiore rispetto al secondo. Infatti, il sapere richiede un’elaborazione delle informazioni che vanno al di là della sola conservazione delle informazioni.
Per farti un esempio molto concreto, si può dire che è possibile conoscere qualcosa senza sapere come funziona o senza sapere perché è importante, ma non è possibile sapere qualcosa senza conoscere almeno alcuni dei suoi aspetti.
In altre parole, la conoscenza è la base necessaria allo sviluppo del sapere, il quale va oltre la semplice conoscenza e richiede ulteriori capacità: di analisi, di sintesi e di comprensione delle informazioni acquisite.
Come dico spesso, aumentare il proprio sapere è una delle attività più importanti e gratificanti della vita. Se sei arrivato fino a questo punto immagino che vorrai capire come fare per far apprendere tuo figlio nel modo migliore per aumentare il suo sapere. Ti suggerisco queste strategie:
In conclusione, l’apprendimento, la conoscenza e il sapere possono essere rafforzarti grazie alla combinazione tra diversi elementi, quali la curiosità, la sperimentazione, l’autocontrollo ed altro. Utilizzando queste strategie, è possibile creare le migliori basi per consentire al bambino di espandere le sue conoscenze in modo utile alla sua vita quotidiana e professionale.
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